Cammurriata è lo spettacolo teatrale scritto da Peppino Patroni Griffi per Leopoldo Mastelloni.
Alla personalità istrionica dell’attore e regista partenopeo sono dedicati i personaggi che compongono un affresco anomalo ma profondamente emozionante: Duje, ‘O Re, Tango lento, ‘A cantera d’ ‘o Duemila, tutti diventati pezzi simbolo e iconografici del repertorio di Mastelloni.
Rappresentata la prima volta al teatro Romano di Benevento, come dichiarò l’Autore «Cammurriata è una rapsodia su temi della malavita napoletana di sempre, anche se oggi gli aspetti di costume sono mutati (ma non troppo). È soprattutto una indagine sulla lingua napoletana, basata su una ricerca alle radici di quella dura sonorità che ne è la matrice (oggi svilita dall’uso riduttivo che ne fanno gli emersi ceti cafoni che hanno occupato Napoli); basata sulla capacità di questa nostra straordinaria lingua di poter dire cose che in italiano non si sa come dire e quindi sulla riproposta dell’uso caratteristico di parole grosse, di espressioni irriverenti, ma mai blasfeme, ravvivandone la sua origine fescennina che permette al licenzioso e allo scherno di non essere mai triviali».